Nel corso dell’eventi “Le quattro dimensioni della Digitalizzazione e le Biblioteche del futuro”, il direttore dell’Unic Fulvia Bacchi ha annunciato che la prossima primavera sarà ultimato il restauro della conceria di Pompei. Come si legge su todaynews24campania.it, «L’Unione Nazionale Industria Conciaria da tempo, in intesa con la Soprintendenza Archeologica Di Pompei e tutti gli uffici competenti, lavora al progetto di restauro».
«Il restauro della conceria di Pompei – ha dichiarato Fulvia Bacchi – è un omaggio alla storia, perché la Concia è la più antica attività dell’uomo, la prima impresa. È anche un investimento sul futuro, un invito ai giovani. All’interno della Conceria, che in verità era inserita in un’area vasta con altre strutture animando un vero distretto, vivrà un museo, vivranno le antiche tecniche, si potrà vedere la lavorazione della pelle. Si valorizzerà la più antica esperienza di economia circolare».
Secondo il sito specializzato pompeionline.net, la conceria di Pompei è al momento l’unica rinvenuta nel sito archeologico. «Il laboratorio dove si conciavano le pelli – si legge nella descrizione – fu installato nell’atrio della piccola casa nell’angolo nord. Lungo la parete nord-est del portico si trova una serie di sei scompartimenti separati da cinque tramezzi, in tre dei quali è murata una conduttura comunicante con una delle giare collocate in fila davanti ai tramezzi. Qui veniva portato il tannino».
«Nel laboratorio retrostante vi erano quindici vasche circolari in muratura, con un foro di scolo per il carico e uno per lo scarico del conciante. Dodici vasche, del diametro di m 1.60, servivano per la concia vegetale, mentre le tre vasche più piccole, del diametro di m 1.25, venivano utilizzate per la concia all’allume delle pelli sottili. In questo vano vennero trovati vari arnesi per tagliare le pelli».
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