Secondo workshop per la Sustainable Luxury Academy

Pirelli, Dolce&Gabbana, Armani, Versace, Zegna, Diesel, Coccinelle, Luxottica, Safilo, Moncler, Kering, Canepa, Vivienne Westwood, Salvatore Ferragamo e Lamborghini. E’ il notevole panel di aziende che hanno partecipato l’11 ottobre al secondo workshop promosso dalla Sustainable Luxury Academy, nata lo scorso giugno su iniziativa della School of Management del Politecnico di Milano e di Mazars, società di revisione e Advisory da tempo impegnata sul fronte della sostenibilità, per riunire le voci più influenti dell’industria del lusso e incidere positivamente sul mercato. Si è trattato di un incontro operativo, per cominciare a scambiare idee e opinioni su come concretamente realizzare un “lusso sostenibile” in Italia e nel mondo, e sviluppare un possibile piano di azione, anche partendo da collaborazioni tra brand. L’Academy, infatti, vuole essere una sorta di Osservatorio permanente che monitori quanto le aziende italiane del lusso siano effettivamente sostenibili – quali, in che settori, con che tipo di politiche e risultati, fino a posizionare ogni azienda su un “maturity model” che misuri il livello di adozione di pratiche idonee – e proponga una roadmap di azioni da intraprendere, ma anche un laboratorio di idee in cui imprese, esperti, docenti e ricercatori possano confrontarsi, collaborare, far circolare best practice, mettere a punto nuove strategie per sviluppare e diffondere questa cultura sempre più necessaria e apprezzata dai consumatori.

«Non solo i consumatori, ma le imprese stesse sono molto sensibili al tema della sostenibilità – commenta Alessandro Brun, direttore del Master in Global Luxury Goods and Services Management (MGLuxM) della School of Management del Politecnico di Milano, da 10 anni impegnata a fare ricerca e didattica sull’industria del lusso anche con il contributo di una faculty internazionale sempre più prestigiosa -. Proprio dalle aziende produttrici di beni di lusso ci è arrivata la richiesta di fare formazione, di condividere le pratiche migliori, anche tra competitor, di far circolare casi di successo a cui ispirarsi, di creare un vero ecosistema in modo da dare voce alle esigenze e alle esperienze di chi realmente sta cambiando la propria organizzazione per produrre in tutta trasparenza, a basso impatto ambientale e senza sfruttamento, del pianeta e del lavoro».

L’incontro è stato suddiviso in due parti: nella prima ci sono stati interventi formativi/informativi per aggiornare sull’evoluzione della normativa (decreto legislativo 254/2016) e sui requisiti che diventeranno obbligatori per le aziende, e per fornire alcune linee guida su come raccogliere e gestire i dati a livello di supply chain; nella seconda, i partecipanti sono stati suddivisi in gruppi di lavoro e a ognuno è stata assegnata una “sfida”, per risolvere la quale i vari attori dovranno creare un eco-sistema.

Secondo workshop per la Sustainable Luxury Academy - Ultima modifica: 2017-10-12T09:53:02+02:00 da Paola Pagani

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