Scarpe di classe “Made in Varese”

Con eleganti calzature da uomo che hanno segnato la storia del made in Italy, Artioli è ancora oggi un’impresa di famiglia, con un centinaio di collaboratori e più di 90mila modelli alle spalle

Presidenti come Barack Obama e Vladimir Putin, e perfino Papa Wojtyła, Come anche star del calibro di Elton John, Prince o Michael Jackson e un attore simbolo di eleganza come Gary Cooper. Sono questi i nomi che vengono citati dai quotidiani italiani e dalla stampa internazionale come prestigiosi clienti di Artioli. Un marchio del made in Italy che produce calzature da uomo di alta qualità sin dai primi decenni del Novecento, tramandando competenze e passione di generazione in generazione, dal fondatore Severino Artioli a suo figlio Vito, purtroppo scomparso di recente all’età di 85 anni, sino all’attuale titolare del marchio Andrea Artioli, che ora gestisce l’azienda affiancato dal figlio Alberto.

Un brand di famiglia

«Quando mio nonno Severino Artioli iniziò a lavorare nella bottega di un calzolaio di Ferrara, era il 1912 – spiega Andrea Artioli -. Probabilmente non immaginava che oltre cento anni dopo, il suo cognome sarebbe stato ancora ricamato e inciso sulle scarpe tra le più belle e prestigiose oggi prodotte nel mondo. Nè poteva pensare che prima suo figlio Vito e poi i suoi nipoti, avrebbero provato la stessa passione e la stessa cura nel rendere sempre più solida l’azienda di famiglia. Il Calzaturificio Star Spa di Tradate, in provincia di Varese, è così la storia di più generazioni che si ripete, di padre in figlio come nelle migliori tradizioni artigiane del nostro paese Italia e dove i segreti imparati dal fondatore vengono oggi custoditi gelosamente dagli eredi. Severino Artioli ha avuto la visione di creare il calzaturificio Star nel 1945, realizzando scarpe sempre più perfezionate, studiando a fondo l’anatomia del piede e la dinamica della camminata. Ha studiato i pellami per lungo tempo fino a selezionare quelli con la migliore resa in assoluto per resistenza, comfort, traspirazione e tenuta climatica. Dopo anni di prove e di ricerche, insieme a mio padre hanno disegnato linee di scarpe eleganti, che hanno fatto innamorare icone di eleganza come l’indimenticabile attore americano Gary Cooper. Mentre è a partire dal 1990, con il mio ingresso in azienda, che abbiamo deciso di affiancare ai classici mocassini, derby, francesine e stivali, anche una linea più casual, al fine di conquistare l’attenzione di coloro che amano un look più informale senza rinunciare alla ricercatezza: scarpe lavorate a tubolare che si adattano al piede come un guanto e sneakers che introducono gli innovativi sistemi “One shoe two fittings” e “Dry feet”, consentendo la doppia calzata e assicurando continua freschezza al piede anche alle temperature più elevate».

La tradizione di produrre scarpe uniche

«Senza la poetica, la scarpa, che è il soggetto protagonista, sarebbe sempre e solo una semplice scarpa come tante altre. Invece no – afferma con convinzione Andrea Artioli –. Una scarpa Artioli nasce da più di duecento operazioni di alta maestria manifatturiera, che rappresentano oltre cent’anni di storia aziendale nel mondo calzaturiero e ben due secoli di tradizione dei Mastri Calzolai Italiani. Per questo mi permetto di dire che la nostra, non è solo una scarpa di alta gamma, di lusso, o di classe, ma vera poesia. Ci dedichiamo con professionalità e costante ricerca della perfezione ad ogni passaggio: dalla progettazione e sviluppo alla scelta e taglio delle pelli, passando per preparazione e cucitura della tomaia; montaggio, essiccatura e stiratura; cucitura della suola; fresatura, marcatura e decorazione; sino all’anticatura. Ben prima di trovare la giusta sistemazione ai piedi del cliente, la scarpa Artioli trascorre un lungo periodo nelle mani degli artigiani calzolai che la realizzano dando vita al cuoio. Così prende la sua forma, tra comfort e stile, plasmandosi con eleganza come una scultura. Anche grazie agli studi di mio padre Vito e ai miei alla scuola di Milano per modellisti e stilisti, dopo aver preparato la forma, vengono tracciate le linee, con uno studio scrupoloso dei modelli, che ovviamente tiene conto di tante componenti e non solo del bel disegno. Quindi, segue la selezione dei pellami della migliore qualità, che selezioniamo tutti i giorni personalmente, scegliendo solo una piccola percentuale di quelli proposti dai fornitori e con una lunga valutazione anche all’interno dei tagli della prima scelta. Quanto alla concia di pelli e cuoio, questa viene realizzata con metodi naturali, che uniscono un’antica tradizione alle recenti tecnologie compatibili. Le parti del modello magistralmente tagliate e unite formano la tomaia e insieme a supporti e rinforzi vengono montate sulla forma in modo da vestirla perfettamente. La calzatura viene quindi lavorata manualmente sulla forma, con l’ausilio di antichi utensili e resta in forma per circa tre settimane a stagionare naturalmente. Una scarpa sagomata naturalmente è la condizione che le permette di conservare la forma per la vita, come ci ha insegnato il nonno Severino portando all’età di novant’anni scarpe realizzate mezzo secolo prima e ancora perfettamente in forma. Anche la cucitura della suola è un’operazione molto preziosa e nella maggior parte delle nostre calzature viene utilizzata la lavorazione della suola cucita sul guardolo oppure direttamente sul sottopiede. Affinati suola e tacco con metodi di lavorazione tradizionali ormai pressoché in disuso altrove, concludiamo il tutto con una lunga serie di trattamenti con creme e cere e gli ultimi ritocchi. Grazie all’insieme delle sapienti operazioni che ho qui descritto, siamo così in grado di assicurare alla scarpa Artioli una estrema leggerezza, flessibilità e calzabilità insieme ad una eccellente solidità strutturale, robustezza e resistenza all’uso».

La viva eredità di un Maestro
«Vito Artioli – ricorda il figlio Andrea - nasce a Forlì nel 1936, mentre nonno Severino si era trasferito in città per lavorare al calzaturificio Battistini. Abile nel disegno creativo, è nel 1958 che entra nell’impresa di famiglia, secondo dei quattro figli di Severino, prescelto dal padre a continuare nell’attività. Negli Stati Uniti, si forma studiando marketing e pubbliche relazioni al MIT di Boston, e in Italia consegue il diploma di modellista calzaturiero presso l’Ars Sutoria di Milano. È lui, alla fine degli anni Cinquanta, a inventare le calzature a pantofola con l’elastico sotto la linguetta, come anche l’allacciatura elastica. Lui a creare i primi morsetti e decorazioni metalliche, con prototipi a cera persa sull’esempio di Benvenuto Cellini, per ornare le tomaie e spesso anche tacchi e suole. E sempre lui a ideare nuovi ferri da fresa per ottenere nuove sagomature delle sbordature della suola, che poi divennero classici imitati da tutti. Nel 1966, liquidato il socio Millefanti e cambiata la denominazione in Calzaturificio Star di Artioli Severino e Vito Snc, spinge l'azienda all'export in Europa e negli Usa, con scarpe innovative, anche per l’uso di pellami esotici, tra cui soprattutto lo struzzo. Mentre è nel 1973 che il Calzaturificio Star assume la forma della società per azioni con mio padre Vito, amministratore unico della società. Da sempre impegnato per la categoria e per il sociale, è un accanito sostenitore del made in Italy. Ha presieduto per un decennio la Camera di Commercio di Varese, come anche l’Associazione Calzaturieri Italiani di Confindustria e il Centro dei Fabbricanti di Calzature di tutta Europa (CEC). A marzo di quest'anno, venuto a mancare all'età di 85 anni, ho perso un padre e un Maestro».

Generazioni a confronto: Vito Artioli (1936-2022), Severino Artioli (1905-2004) e Andrea Artioli (1969)

Scarpe di classe “Made in Varese” - Ultima modifica: 2022-12-13T07:57:00+01:00 da Sanzia Milesi

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