Ragazzi avvicinatevi alla calzatura. Se avete passione il lavoro c’è!

Che i giovani siano sempre più curiosi e percepiscano quali sono le loro passioni e capacità.  E’ questo il suggerimento-invito uscito dalla giornata di orientamento professionale che il Politecnico Calzaturiero della Riviera del Brenta, col sostegno della Camera di Commercio Venezia Rovigo Delta Lagunare, ha rivolto a oltre 170 studenti superiori e universitari di Venezia e Padova, le provincie che condividono i 20 km del Distretto Calzaturiero del Brenta, dove 520 aziende e 10.500 addetti producono 20 milioni di paia di calzature all’anno (soprattutto femminili di alta gamma) che per il 95% dei casi sono esportate.

«Se non le più belle del mondo, certo facciamo le scarpe più complicate», ha detto Siro Badon, presidente di A.C.Ri.B., l’associazione dei calzaturieri del Brenta che come simbolo conserva il sigillo della Confraternita dei Calegheri della Venezia del Duecento e i cui laboratori nel 2016 hanno fatturato due miliardi di euro lavorando soprattutto per la totalità delle griffe mondiali di calzature da donna. «Aver scelto la strada dell’alta qualità si è dimostrato premiante riuscendo a beneficiare l’economia dell’intero territorio anche in piena crisi generale, al punto che il nostro è stato l’unico distretto produttivo italiano ad essere cresciuto in questi anni difficili». Ma perché il successo continui va mantenuta la professionalità del personale che, come ha evidenziato Stefano Miotto, amministratore delegato del Politecnico Calzaturiero, «sta vivendo un ricambio generazionale drammatico: l’intero sistema moda veneto ha un terzo dei dipendenti con oltre 50 anni di età e le aziende faticano a trovare adeguate competenze specializzate da inserire nel lavoro».

Ecco allora una giornata di incontro coi giovani, nella villa Foscarini Rossi di Strà (Ve) sede del Museo della Calzatura voluto dall’imprenditore Luigino Rossi, dove 1.500 modelli di calzature femminili di lusso ripercorrono la storia del calzaturificio che dal 1947 collabora con i più noti marchi della moda internazionale. Un’iniziativa, precisa il presidente del Politecnico Franco Ballin, «in linea con le proposte della scuola il cui ruolo formativo è stato determinante nel creare una qualità che viene riconosciuta in tutto il mondo e tale da portare qui cospicui investimenti stranieri».

In Riviera del Brenta quindi c’è lavoro per chi si occupa di calzature, basta che nessuno più associ la scarpa all’immagine del ciabattino. La tradizione documentata nella Venezia del 1268 e poi trasformata in primo laboratorio moderno in Riviera a Strà nel 1898 col calzaturificio Voltan, e che nel 1923 vide nascere la prima scuola di disegno per arti e mestieri nella monumentale Villa Pisani (prima dell’avvio nel 1961 di A.C.Ri.B. e nel 2001 del Politecnico Calzaturiero) si è tramandata nella sapienza artigianale, nella creatività e nel gusto; ma per il resto ha lasciato il posto alle tecnologie di ultima generazione e alle competenze di chi sa districarsi nel mercato globale.

«I nostri non sono docenti teorici, ma veri esperti della calzatura – ha rincarato Miotto – e possiamo dire che in fatto di calzature femminili sono i migliori del mondo. Gli studenti di questi 50 insegnanti sono 315 all’anno e nell’80% dei casi appena diplomati trovano lavoro».

Un momento della giornata di orientamento professionale

Tre giovani imprenditori veneti che offrono servizi tecnologici hanno quindi presentato diverse potenzialità di approccio al mondo della calzatura. Enrico Purgato, general manager di ID Factory di Arzignano (Vi), ha parlato della sua piattaforma per la completa tracciabilità delle pelli che permette, attraverso il Q Code leggibile da smartphone, di identificare l’origine di ogni scarpa e di raccontarne ogni fase della filiera. Giorgio Raccanelli, fondatore di Trya di Sandrigo (Vi) ha spiegato come ha digitalizzato l’acquisto di scarpe online attraverso una app gratuita che consente di scannerizzare in 3D i piedi dell’acquirente: il sistema aiuta le aziende a vendere di più in quanto riduce i resi (i tedeschi ad esempio tendono a restituire il 50% degli acquisti fatti in rete). Francesco Candeo, esperto di comunicazione digitale e web, si è intrattenuto sulle modalità per guadagnare con i blog e sul peso degli influencer (a volte illustri sconosciuti) che per il fatto di essere molto seguiti su Youtube o Istagram vengono pagati dalle industrie a peso d’oro: anche 15.000 euro a foto pubblicata indossando un prodotto di moda. Infine, cinque esperienze di operatori del distretto. Katia Pizzocaro, direttore comunicazione e marketing del Calzaturificio Paoul specializzato in calzature da ballo – 30 addetti – considerato tra i 5 migliori produttori mondiali del settore, a cui la Regione Veneto ha riconosciuto la produzione artistica, ha avuto una formazione economica. Enzo Francesco, stilista dello studio Stefano di Francesco, ha sottolineato la presenza nel distretto del Brenta di un migliaio di designer. La sua formazione – Scuola d’arte, poi Accademia di Belle Arti e infine borsa di studio al Politecnico Calzaturiero – l’ha portato ad avvicinarsi al mondo della produzione per riuscire ad affrontare correttamente i progetti: «Mi piacerebbe che gli italiani prevalessero numericamente nel settore Stile delle aziende. Il mio ufficio Stile cerca giovani da inserire: operiamo con i brand internazionali». Alberto Panizzolo, coordinatore di collezione per Rossimoda SpA, figlio e nipote di calzaturieri, dopo la preparazione al Politecnico Calzaturiero e dopo aver fatto la gavetta in un’azienda come modellista, vanta precedenti collaborazioni con Gucci e Balenciaga. Il suo lavoro? Rendere fattibile ciò che lo stilista delle grandi firme ha disegnato: «Spesso il bel disegno non risulta facilmente indossabile da una persona in carne e ossa, perché tanti designer creano senza tener conto delle reali caratteristiche del piede».

Giorgio Sperandio, progettista CAD 2D e 3D, studi di automazioni elettroniche, ora che è docente insiste con gli studenti perché esprimano sempre le loro curiosità e siano pronti alle novità. E a proposito di mondo del lavoro ricorda che le aziende cercano chi conosce le lingue, sia disponibile a viaggiare e abbia la mente aperta.

Da Paolo Righetto, coordinatore di collezione per grandi marchi internazionali, è venuto l’esempio di come l’inventiva venga riconosciuta a scapito anche dell’inesperienza. Quando passò l’esame finale della scuola calzaturiera del Brenta e i suoi disegni piacquero a tal punto al presidente di commissione, che fu invitato in azienda il giorno seguente. L’imprenditore era Luigino Rossi e il suo calzaturificio da molti anni lavorava per grandi firme straniere: «Mi assunse subito e dopo poco mi portò a Parigi a un incontro alla Yves Saint Laurent e poi negli Stati Uniti. Avevo solo 16 anni». Da 36 anni Paolo Righetto è tra gli insegnanti del Politecnico Calzaturiero, mentre per diverse aziende internazionali gira tutto il mondo come supervisore per conto degli stilisti: le loro idee devono trovare la corretta realizzazione; inoltre gli chiedono di trovare le aziende capaci di produrre al prezzo e con la qualità richiesti dalle maison. «Per questo ho una mappatura di 200 aziende di tutto il mondo, di cui conosco tutti i dettagli. Essere italiani – conclude – ci mette al primo posto nel mondo e non solo perché abbiamo le migliori concerie e le migliori macchine per calzature del mondo… E poi provenire da Venezia aumenta per gli stranieri il nostro valore».

Mauro Tescaro, direttore del Politecnico Calzaturiero, ha quindi ricordato agli studenti le aree formative del centro: oltre ai processi produttivi, ci sono marketing, comunicazione, progettazione, produzione industriale, programmazione, logistica, approvvigionamento, commercializzazione. Le figure professionali a cui accedono i diplomati sono quelle dello stilista/ designer, del responsabile ufficio progettazione, del coordinatore di linea, del tecnico modellista – tecnico di strutture, materiali e accessori, della prototipazione (addetto a taglio, orlatura, montaggio, fissaggio). C’è insomma l’imbarazzo della scelta: a patto che ci sia la passione!

Ragazzi avvicinatevi alla calzatura. Se avete passione il lavoro c’è! - Ultima modifica: 2018-01-22T11:42:29+01:00 da Roberto Brumat

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here