Mercato: segnali positivi nel 4 trimestre

L’ultimo trimestre del 2014 si è chiuso con un incremento del 3,6% in valore per l’export nazionale di calzature e componentistica*. Bene la Toscana (+9,7% sull’analogo periodo 2013) e il Veneto; più modesti gli aumenti per Campania ed Emilia Romagna. Attorno al 3% le flessioni per Marche, Puglia e Lombardia.

I dati territoriali Istat elaborati dall’Ufficio Studi di Assocalzaturifici mostrano a consuntivo 2014 segni positivi per tutte le principali regioni a vocazione calzaturiera, con la sola eccezione delle Marche (-3,1%), le cui performance sono state pesantemente condizionate dalla frenata nei mercati della Comunità Stati Indipendenti.

Il Veneto si conferma la prima regione per export, con un’incidenza del 27% sul totale Italia, seguito da Toscana (21,1%) e Marche (18,2%). Assieme queste tre regioni coprono i 2/3 del fatturato estero nazionale; le prime 7 generano ben il 94,5% in valore dei flussi in uscita.

La graduatoria per provincia è guidata da Firenze (oltre 1 miliardo di fatturato estero), che nel 2014 ha conseguito l’incremento più rilevante in termini assoluti e sfiorato un +18% in percentuale sul 2013. Seguono Treviso (+5,1%) e Fermo (-4,5%). L’area distrettuale “Fermo+Ascoli Piceno” (con 1,1 miliardi di euro, il 12,7% del totale Italia) costituisce la prima realtà esportativa nazionale.

Tra le prime 20 province, l’analisi di Assocalzaturifici evidenzia segni negativi nei distretti marchigiani (Fermo -4,5%, Ascoli -5,1%, Macerata -3,1%), da sempre molto esposti verso Mosca, e per le province di Pisa e Bologna. Stabili Padova e Lucca. Forlì-Cesena, che pure ha destinato il 19% in Russia, è riuscita a compensare il -14,4% delle vendite su questo mercato con exploit negli USA (+42%) e nel Far East (Hong Kong +64%, Cina +30%, Giappone +12%).

Ben il 18% dell’export marchigiano 2014 in valore, nonostante la crisi, ha avuto come destinazione l’area “Est Europa e CSI”. La Russia, in particolare, resta il primo mercato estero regionale, con una quota del 13,8% (era 18% nel 2013).

La UE28 è l’area di riferimento per i calzaturieri italiani, che anche nel 2014 vi hanno destinato nell’insieme più della metà (52,4%) dell’export valore nazionale, con punte attorno al 70% per Puglia e Veneto.

Le destinazioni extra-UE risultano però sempre più strategiche. Negli ultimi 15 anni la quota dei mercati non facenti parti dell’Unione è salita dal 40,9% (anno 2000) al 47,6% del totale export valore. Toscana e Lombardia vi realizzano il 60% dell’export. In controtendenza Campania e Puglia.

Maggiori informazioni sono disponibili a questo link.

Mercato: segnali positivi nel 4 trimestre - Ultima modifica: 2015-05-07T16:54:24+02:00 da Redazione

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