Quando gusci di ostiche e semi di ricino… fanno i tacchi

I nuovi tacchi ACBC realizzati con l’innovativo sistema BeyondPlastic™ realizzati con un mix di microrganismi, semi di ricino e gusci di ostriche

ACBC (acronimo inglese di Tutto può essere cambiato) è una giovane start-up milanese che in soli 5 anni di vita è stata pluripremiata per sostenibilità e innovazione, ha aperto negozi monomarca in Italia, Cina, Irlanda e Paesi Bassi, vanta collaborazioni con importanti marchi internazionali e – sul versante sostenibilità – è partner di 28 brand. Con approccio green produce accessori e calzature sostenibili impiegando sostanze insolite come scarti di mela, alghe e uva oltre a bottiglie di plastica ed eco-pelle. E quando la scarpa “muore” viene convertita in pavimentazioni per parchi giochi: tutto ciò ha consentito nel 2021 ad ACBC di essere tra le prime aziende di calzature in Italia certificate B Corp.

Giò Giacobbe, amministratore delegato di ACBC


I nuovi tacchi realizzati con l’innovativo sistema BeyondPlastic™ sono rivoluzionari perché composti con mix di microrganismi, semi di ricino e gusci di ostriche. Il prodotto riciclabile e biodegradabile è sviluppato in esclusiva col tacchificio Del Brenta che a Vigonza (PD) progetta e produce tacchi, zeppe e plateau. «La fiducia che ci viene dai grandi marchi italiani e internazionali – dice l’amministratore delegato Giò Giacobbe (doppia laurea alla Bocconi e all’Università di Maastricht e già direttore generale delle filiali Trussardi in Cina, Hong Kong e Giappone) – ci sprona a una costante ricerca e sviluppo di materiali e tecnologie».

Tre le tipologie produttive dei nuovi tacchi: Flora, Ricinus e Ricinus Oyster. Flora è un polimero naturale derivato da microrganismi, biodegradabile e riciclabile, naturale come il legno e duttile nella lavorazione come un fossile. Ricinus è riciclabile essendo a base naturale, anche nella versione ottenuta con semi di ricino e scarti di gusci d’ostrica. Per raggiungere questi risultati l’azienda ha fatto realizzare nuove macchine, cambiando ciclo produttivo e tempistica. «Il look è esattamente quello del tacco in ABS avendo creato una vernice bio based. Il nostro obiettivo – prosegue l’amministratore delegato – è permettere anche ai nostri partner di raggiungere tali risultati condividendo con loro il metodo scientifico. Ad oggi abbiamo trasformato più di un milione di prodotti e supportato la trasformazione responsabile di 30 brand».

La prima innovazione brevettata è stata nel 2017 la Zipshoe, una sneaker esemplare per eco-design, modulare e disassemblabile. «A seguire ci siamo impegnati in ricerca e sviluppo di tecnologie di materiali circolari e nel 2019 siamo stati i primi nella storia del footwear a lanciare un prodotto che abbinava eco-design e materiali responsabili ottenendo da WWD la menzione di World’s most sustainable shoe. Le nostre più recenti innovazioni riguardano un tacco derivante al 100% da un vegetale non in competizione con la catena alimentare e la cui coltura non necessita di irrigazione o pesticidi. Stiamo inoltre lavorando sulla Zipshoe 2.0». «Il mercato – conclude il Ceo – vede i brand impegnati nella trasformazione responsabile dei prodotti e nei prossimi due anni prevedo l’arrivo di un sistema di tassazione/incentivazione che renderà obbligato questo passo».

Quando gusci di ostiche e semi di ricino… fanno i tacchi - Ultima modifica: 2022-11-23T07:00:00+01:00 da Roberto Brumat

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