Microplastiche: anche i glitter sotto accusa

La Stamperia Levati è una stamperia di massima eccellenza in lavorazioni flock e glitter su supporti in rotolo

La Commissione Europea ha introdotto il Regolamento 2023/2055 per contrastare il problema delle microplastiche, con l’obiettivo di ridurre l’inquinamento derivante da queste particelle del 30% entro il 2030

Mentre scrivo osservo le mie pantofole da casa: hanno un elemento decorativo argentato fatto con glitter incollati sulla punta. Una piccola vanità per impreziosire un banale articolo a cui però ci sarà – forse – chiesto di rinunciare. Proviamo a fare chiarezza. Dal 17 ottobre 2023 è in vigore il Regolamento 2023/2055 della Commissione Europea noto come “lotta alle microplastiche” che limita le microparticelle di polimeri sintetici utilizzate in quanto tali o aggiunte intenzionalmente alle miscele ad esempio nei cosmetici o ai detergenti. Una decisione che è parte di una strategia più ampia: la Commissione ha infatti fissato l’obiettivo di ridurre l’inquinamento da microplastiche del 30% entro il 2030. Non sorprende che questa notizia abbia preoccupato i produttori di prodotti tessili e di accessori che utilizzano i glitter per abbellire e personalizzare gli articoli. In attesa che la Commissione definisca nei dettagli i termini di applicazione del regolamento e che il sistema della normazione fornisca standard specifici, sono comunque state fornite alcune indicazioni che chiariscono meglio i termini della questione.

Innanzi tutto la proibizione riguarda solo determinati tipi di glitter in relazione alle dimensioni, al modo in cui sono utilizzati e al materiale di cui sono composti. No ai glitter sfusi (ad esempio quelli per i giochi e per i prodotti per il trucco) o inseriti in miscele che ne possono favorire la dispersione (ad esempio in scrub e detergenti). Volendo contrastare le microplastiche il provvedimento interessa solo i glitter realizzati in plastica non biodegradabile e insolubile perchè nella maggior parte dei casi sono realizzati in polietilene tereftalato (PET e poliestere), PVC o altri materiali plastici rivestiti in alluminio per creare un effetto riflettente. Al contrario quindi i glitter biodegradabili, solubili, naturali o in metallo non sono considerati microplastiche e possono continuare a essere utilizzati. Come documentare la natura chimica del glitter utilizzato su uno specifico articolo e quali test di laboratorio eventualmente effettuare per identificare la tipologia del materiale sono aspetti che devono essere chiariti.

Aspetto importante l’ancoraggio
Chiarito che i brillantini non devono essere usati sciolti perché la loro dispersione in acqua e aria incrementa il volume di microplastiche già diffuse nell’ambiente, sono permessi utilizzo e vendita di glitter applicati in modo stabile su una borsetta o su un capo d’abbigliamento. Un buon ancoraggio al tessuto o al pellame può quindi autorizzare anche l’uso di glitter di plastica. Come si legge nel sito della Commissione infatti “i glitter in plastica non sono interessati dal divieto se, quando utilizzati, rimangono intrappolati in una matrice solida (es. colla glitter), pellicole solide (es. vernici, inchiostri) o oggetti solidi (es. interni di gioielli, tappi di bombolette spray, ecc.) o è completamente contenuto (ad esempio nelle palle di neve). Per quanto riguarda i glitter in plastica applicati sugli oggetti, il divieto di vendita si applicherebbe solo agli oggetti decorativi glitterati (come, ma non solo, decorazioni natalizie o cappelli da festa) dai quali i glitter si staccano durante il normale utilizzo”. Per essere più chiari: se i glitter sono parte integrante dell’articolo: “questi articoli scintillanti – ad esempio: abbigliamento, scarpe, tende – non rientrano nell’ambito della restrizione”. In conclusione: ciabatte glitterate come quelle che indosso non saranno fuori legge se i glitter hanno dimensione superiore ai 5 mm (in tal caso sarà forse meglio chiamarli paillettes), se sono in materiale da fonte rinnovabile o biodegradabile, se non sono fissati sull’articolo in modo permanente evitando di disperdersi nell’ambiente e diventare microplastica.

Il glitter nell’ecodesign
La nuova direttiva sui glitter può diventare un’occasione per progettare scarpe e borse brillantemente più ecologiche.
Partiamo dai materiali: è possibile realizzare glitter che illuminino borse scarpe evitando di utilizzare polimeri plastici? Non sarà forse questo il tema su cui è maggiormente concentrata l’attenzione dei ricercatori ma c’è chi ci sta già lavorando: segnaliamo a titolo di esempio i risultati di una sperimentazione svolta da un team dell’Università di Cambridge che ha trovato il modo di realizzare brillantini non con polimeri ma con microcristalli di cellulosa in grado di utilizzare la luce per creare colori vivaci. Lo studio, pubblicato da Nature nel 2021 è consultabile qui: https://www.nature.com/articles/s41563-021-01135-8.
Insomma la ricerca sui materiali può venire in aiuto se cresce la domanda di materiali più eco-compatibili e con questo l’impegno di enti di ricerca e imprese. Vi è poi il problema del fine vita. Regola dell’ecodesign (e impegno sollecitato dal principio di Responsabilità estesa del produttore – EPR) è progettare un articolo anche in funzione della sua gestione una volta declassato a rifiuto. In fase di progettazione di una calzatura dovremo quindi chiederci: questo glitter è biodegradabile? È riciclabile? La sua collocazione magari mediante incollaggio non limita la possibilità che l’intero articolo possa essere sottoposto a riciclaggio? Come verificare tutto ciò? In attesa di standard che consentano le imprese di orientarsi nella corretta gestione del problema, per quanto sia legittimo supporre ad esempio che glitter di PET su una borsa di poliestere non rappresentino un problema in fase di riciclo, magari meglio sincerarsene con test di laboratorio che ne analizzino il comportamento durante i trattamenti termici-chimici. Obiettivi della direttiva Europea è il contrasto alla produzione di microplastiche e alcune tipologie di glitter rappresentano un problema per l’ambiente quindi vanno eliminati. Altri glitter possono essere utilizzati ma gestiti con attenzione. Ed è quello che la Commissione EU chiede alle imprese di fare.

Microplastiche: anche i glitter sotto accusa - Ultima modifica: 2024-02-23T07:00:00+01:00 da Aurora Magni

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