Conciliare la circular economy con le esigenze della moda è una sfida molto complessa. Se ne è discusso recentemente durante la Fashion Policy Round Table. L’evento, tenutosi al Parlamento Europeo, è stato organizzato dalla European Fashion Alliance (EFA), di cui la Camera Nazionale della Moda Italiana è socio fondatore e membro del Board. All’incontro hanno partecipato Christian Ehler, membro del Parlamento Europeo, e Jessika Roswall, EU Commissioner for Environment, Water Resilience and a Competitive Circolar Economy.
Carlo Capasa, presidente della Camera Nazionale della Moda Italiana, ha sottolineato alcuni degli argomenti caldi del settore. Tra questi spiccano: «la durabilità “emotiva” dei prodotti e la necessità di premiare le fibre nobili e biodegradabili». Altri punti chiave evidenziati sono l’esigenza «di addebitare i costi per ottenere la transizione ecologica a chi riempie le discariche con prodotti di consumo fast e pensare a regole specifiche per la manifattura italiana, fatta in gran parte da PMI, che traina la produzione di moda creativa nel mondo».
Capasa ha poi messo l’accento sull’impegno sostenuto dal comparto Moda. «Spero che in Europa ci si accorga definitivamente della rilevanza del nostro impegno e della spinta che l’intera industria della moda sta dando al “green Deal”» – ha dichiarato.

“Status of European Fashion 2024”
Secondo l’edizione 2024 del report dell’EFA “Status of European Fashion”, l’industria della Moda in Europa si trova alle prese con una transizione difficile da affrontare. Gli obblighi e il desiderio di diventare sempre più sostenibili devono passare attraverso grandi cambiamenti, sia tecnologici sia nella preparazione dei lavoratori.
Di fronte a queste sfide pressanti, l’Associazione sottolinea la necessità di valorizzare la creatività europea, creando sistemi in grado di misurare l’effettiva sostenibilità dei processi e dei prodotti. Un altro pilastro della strategia futura è l’informazione al consumatore, che deve essere trasparente, puntuale e corretta.
In questo scenario, che vede spesso anche aziende impreparate e in difficoltà economica, l’EFA raccomanda creazione di network virtuosi per uno scambio di competenze. L’Associazione auspica anche una sempre più stretta collaborazione con le autorità pubbliche. Quanto all’uso delle nuove tecnologie, il comparto si sta focalizzando sulla trasformazione digitale, l’intelligenza artificiale e la realizzazione del passaporto digitale di prodotto.
Il regolamento europeo
Come specifica il report dell’EFA, l’Ecodesign for Sustainable Products Regulation (ESPR), in vigore dal 18 luglio 2024, punta alla riduzione dell’impatto ambientale dei prodotti durante tutto il loro ciclo di vita. A questo fine, i produttori sono invitati trovare soluzioni che estendano la durata dei prodotti, rendendoli più facili da riparare, riutilizzare e riciclare. Diverse sono quindi le sfide in gioco e riguardano vari ambiti come: durabilità, riciclaggio fibra-fibra, beni invenduti/restituiti e molto altro.