La tracciabilità come marchio di filiera certificato

E’ in fase di sperimentazione il “Progetto Tracciabilita” dei Calzaturieri della Riviera del Brenta che utilizza le soluzioni tecnologiche Rfid e QR Code per certificare, tramite la lettura smart, la storia, la provenienza territoriale e l’autenticità dei prodotti.

Le calzature di alta qualità della Riviera del Brenta non avranno più segreti per il consumatore finale. Attraverso due soluzioni tecnologiche, Rfid e QR Code, selezionate dalla Consulta Territoriale Settore Calzaturiero per il “Progetto Tracciabilità” di Acrib (Associazione Calzaturieri Riviera del Brenta), i consumatori avranno la possibilità di accedere a informazioni certificate sulla storia e provenienza del prodotto che hanno acquistato. Il progetto, presentato in occasione dell’ultima edizione di TheMicam, è in fase di sperimentazione da parte di cinque aziende pilota (Pas de Rouge, Kallistè, Moda di Fausto, Lorenzo Masiero, Sandro Vicari/Myvi), che hanno già realizzato i primi prototipi di calzature dotati di una delle due tecnologie selezionate.

La trasparenza a garanzia di qualità e unicità dei prodotti

«Cultura e legalità, rispetto della sicurezza e attenzione alla qualità a 360° – ha sottolineato Siro Badon, presidente di Acrib – sono sempre stati al centro dell’operato dei calzaturieri della Riviera del Brenta. Sono valori insiti nel patrimonio della tradizione artigiana e industriale del nostro distretto». Un distretto per la produzione di calzature di alta qualità che conta nell’intera filiera 520 piccole e medie imprese, con 10.032 lavoratori specializzati, una produzione annuale di oltre 19 milioni di paia esportate al 92%, per un fatturato di 1,88 miliardi di euro nel 2015. Svariati accordi – tra i principali attori del distretto e della filiera calzaturiera brentana – testimoniano la volontà di adottare standard condivisi, per raggiungere il miglior livello in tema di trasparenza e rispetto delle normative per la legalità. Tra questi, nel 2001, la costituzione della “Consulta territoriale per il settore calzaturiero”, organismo paritetico tra parti datoriali industriali e artigiane, e organizzazioni sindacali; e, nel 2010, la sottoscrizione da parte della Consulta di un protocollo, unico nel suo genere in Italia, per definire tempi e costi minimi delle lavorazioni affidate dai calzaturifici ai laboratori esterni. La consapevolezza – costantemente in crescita nel distretto – per l’importanza della legalità e il valore della qualità nei prodotti finiti, nei processi interni come nelle lavorazioni in laboratori esterni, ha trovato una sintesi nel “Progetto Tracciabilità”, per valorizzare e definire un “marchio territoriale”. «Questa tracciabilità – ha ribadito Badon – dovrebbe porre fine alla diatriba sui laboratori irregolari della Riviera del Brenta, zona storicamente caratterizzata da un livello di legalità superiore ad altri territori». «Siamo veramente fieri di essere stati promotori di un progetto di questo genere, unico nel settore – ha affermato Stefano Zanon, presidente della Consulta –.  Dopo un lungo, meticoloso e accurato lavoro di ricerca, abbiamo selezionato due soluzioni tecnologiche che crediamo siano le più adatte per rendere accessibili al consumatore le caratteristiche di grande qualità e unicità che qualificano in maniera specifica i prodotti e processi produttivi del nostro distretto».

Una soluzione chiavi in mano usufruibile sul web

Il tag RFID, che può essere inserito facilmente in una zona della calzatura nascosta alla vista, è a tecnologia passiva

Partner tecnologico del “Progetto Tracciabilità” è Rfid Sistemi Srl, società bresciana specialista in progetti e soluzioni chiavi in mano incentrati sulla tecnologia di identificazione a radiofrequenza. «Utilizzando la tecnologia Rfid – ha spiegato Massimiliano Innocenti, Sales Manager dell’azienda – possiamo realizzare soluzioni in grado di garantire due risultati: da una parte la protezione del marchio dalla contraffazione, dato che qualsiasi prodotto che contiene un tag Rfid viene abbinato, in base a una normativa Uni, a un codice fiscale univoco e irripetibile; dall’altra, il produttore potrà avere la completa tracciabilità dei propri articoli lungo tutte le fasi della supply chain, e sapere, attraverso la geolocalizzazione, dove sono le sue calzature nel mercato mondiale, se sono state comprate e dove. Il cliente finale, dal canto suo, attraverso l’applicazione mobile Ali4Esc, sarà in grado di accedere al servizio che gli permette di verificare personalmente la bontà e autenticità del prodotto acquistato e di accedere a tutta una serie di informazioni (processo di fabbricazione del prodotto, materiali utilizzati, certificazioni, ecc.) depositate nel tag, che il produttore vorrà condividere con lui per accrescere il valore del prodotto, del servizio e dell’azienda. Ai calzaturieri del Brenta abbiamo proposto un progetto unico, chiavi in mano: un gestionale web based. Tramite infatti l’applicazione Ali4Esc, il consumatore finale, attraverso il suo smartphone potrà interrogare il tag Rfid per entrare in comunicazione con il prodotto che ha comprato e con l’azienda che lo ha realizzato. La nostra soluzione offre opportunità interessanti ai produttori: se infatti l’utilizzatore finale si registra attraverso l’app, l’azienda, nel rispetto delle leggi sulla privacy, potrà acquisire informazioni utili per la creazione di un database di clientela con cui interagire per sviluppare attività di marketing dedicate».

I commenti di chi sta sperimentando la soluzione
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La tracciabilità come marchio di filiera certificato - Ultima modifica: 2017-06-14T11:37:40+02:00 da Maria Pia Longo

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