Asolo e il distretto calzaturiero dello sport di Treviso ospitano aziende italiane affermatesi in tutto il mondo. Tra queste, spicca Alpinestars, impresa fondata nel 1963 inizialmente con il core business degli scarponi da montagna e da sci. Da questa prima specializzazione, la società si è notevolmente evoluta, anche grazie all’adozione di sistemi tecnologici all’avanguardia, che l’hanno portata a realizzare indumenti e calzature destinati ai piloti della Formula 1. L’azienda è stata di recente oggetto di un servizio della rivista Quattroruote, che ne ha elogiato gli evoluti processi produttivi e il livello di qualità e sicurezza raggiunto dai prodotti.
Ricordando gli ultimi terribili incidenti avvenuti sui circuiti di Formula 1, Quattroruote ha sottolineato che se in molti casi i piloti riescono a salvarsi la vita è merito delle norme di sicurezza adottate in gara e dalla solidità delle vetture, ma anche di tutti gli indumenti indossati dai piloti, appositamente studiati per proteggerne il corpo, piedi compresi. Citando l’incidente di Romain Grosjean, fortunatamente salvatosi, la testata scrive che il merito di ciò «va riconosciuto anche all’abbigliamento indossato dal pilota (così come da almeno la metà dei driver al via dei Gran Premi quest’anno) e realizzato da un’azienda italiana, l’Alpinestars di Asolo (Tv)».
La progettazione delle scarpe Alpinestars avviene in modo da fornire ai piloti un modello personalizzato, che l’azienda riesce a realizzare in modo rapido e preciso, unendo l’uso delle più recenti tecnologie alla grande manualità di esperti artigiani. Dopo aver eseguito un progetto computerizzato, questo passa in automatico al taglio con un sistema digitalizzato. La cucitura è invece eseguita in modo artigianale, da abili sarte, mentre la suola è applicata da tecnici specializzati.
