Molta più chiarezza in merito alla terminologia e ai requisiti di cuoio, pelle e pelliccia.

Ieri è arrivato un annuncio di grande importanza per il settore italiano della concia e per la filiera pelli: dopo un lungo e costante lavoro di sensibilizzazione svolto da UNIC – Concerie Italiane, il Consiglio dei Ministri ha finalmente approvato il Decreto Legislativo che sostituisce la legge del 1966.

Il Decreto definisce in modo più corretto, e in linea con la normativa comunitaria e tecnica, l’utilizzo dei termini “cuoio”, “pelle” e “pelliccia”: non potranno più essere usati per indicare materiali di origine non animale, nemmeno come prefissi o suffissi. È quindi vietato definire materiali sintetici con parole come ecopelle, vegan leather e simili.

Qui un articolo per vedere i punti essenziali della normativa e le sanzioni in caso di violazione.

Cuoio e pelle: i requisiti di composizione necessari per il mercato

Per avere una chiara e univoca indicazione dei materiali utilizzati, e per eliminare potenziali ostacoli al buon funzionamento del mercato, vengono inoltre date nuove disposizioni in merito ai requisiti essenziali di composizione che i prodotti (e i manufatti con essi fabbricati) devono soddisfare per poter essere immessi sul mercato.

Tra le condotte che saranno punite sono comprese la mancanza di etichetta o contrassegno e l’utilizzo di etichetta o contrassegno non conforme ai requisiti richiesti.

A chi è affidata la supervisione
Il nuovo decreto legislativo, approvato su proposta Ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli, stabilisce anche che:

  • l’attività di accertamento delle eventuali violazioni sarà svolta dalle Camere di Commercio, dall’Agenzia delle Dogane, dalla Guardia di Finanza e dalla Polizia Giudiziaria;
  • l’attività di monitoraggio e coordinamento delle disposizioni sarà affidata al Ministero dello Sviluppo Economico.
Cuoio, pelle e pelliccia: l’ok al Decreto promosso da UNIC - Ultima modifica: 2020-05-29T07:56:26+02:00 da Francesca Tuzzeo

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