Leader incontrastato nella produzione di cuoio vegetale, il Consorzio Cuoio di Toscana, ha celebrato i suoi 40 anni di attività con l’evento esclusivo Ri-nascimento, svoltosi durante lo scorso Pitti Uomo. Star indiscussa della serata una capsule collection firmata Diego Dolcini che reinterpreta in maniera contemporanea la storica suola Opanka.
di Costanza Aquilini
Portare l’arte del cuoio oltre i confini della tradizione. O meglio recuperare le lavorazioni di un tempo rileggendole con nuovi strumenti. Sembra essere questa la priorità di Cuoio di Toscana che va a segnare non solo un traguardo storico ma anche un nuovo inizio. Definendo un linguaggio moderno del lusso supportato dai valori di sostenibilità, tecnologia e alta artigianalità.
L’Opanka: guardare al passato per proiettarsi nel futuro
Per festeggiare i 40 anni la scelta è caduta proprio su una tecnica antica: il fiore all’occhiello della collaborazione con lo shoe designer Diego Dolcini è infatti una nuova versione della storica suola Opanka. Reinterpretata in chiave maschile in una limited edition di mocassini in cuoio estremamente sofisticati proposti in diverse tonalità che vanno dalle naturali alle metalliche.
L’Opanka è un’antica lavorazione artigianale dei Balcani in cui le suole venivano fissate alle gambe con lacci incrociati, riscoperta da Salvatore Ferragamo nel 1958 e rilanciata proprio da Dolcini nel 1995 con un’iconica versione femminile dal vertiginoso tacco a spillo.

La particolarità di questa lavorazione è che la tomaia e la suola, entrambe in cuoio, diventano un tutt’uno grazie a una cucitura artigianale che evita l’uso di colle, realizzata con una tecnica rara che solo pochissimi laboratori italiani sanno eseguire.
Smart luxury: la scarpa che racconta la sua storia
All’interno del mocassino, tra la soletta e la suola, è nascosta una tag digitale. Questa racconta tutta la sua evoluzione perché traccia ogni fase della produzione, offrendo un passaporto di sostenibilità e trasparenza al consumatore.
Basta avvicinare uno smartphone e il passato si apre al futuro: materiali, provenienza, artigiani coinvolti, impatto ambientale… Ogni passaggio è chiaro e dà valore alla storia del prodotto.
La tecnologia si dimostra così uno strumento complementare alla sostenibilità e diventa una leva fondamentale per garantire trasparenza e responsabilità.
Consente infatti di mappare i processi produttivi, certificare le filiere e rendere visibili ai consumatori i passi compiuti per costruire un lusso etico e consapevole.

“La sostenibilità rappresenta un valore fondante per il nostro consorzio, è parte integrante della nostra identità fin dalla nascita”, afferma Antonio Quirici, presidente del Consorzio. “In questi 40 anni abbiamo dimostrato che eccellenza produttiva e rispetto per l’ambiente possono e devono convivere anche nel mondo del lusso”.
Un’eccellenza italiana nel cuore della Toscana
Nato nel 1985, il Consorzio Cuoio di Toscana ha sede nella provincia di Pisa, tra Santa Croce sull’Arno e San Miniato, e riunisce sei concerie storiche (Bonistalli e Stefanelli, CMC International, Conceria Gi-Elle-Emme, Cuoificio Otello, Lamonti Cuoio e Volpi Concerie) rappresentando oltre il 95% della produzione nazionale e l’80% di quella europea di cuoio da suola.
Il suo marchio è sinonimo di qualità artigianale, sostenibilità ambientale e Made in Italy d’eccellenza.
La sua unicità risiede nella sua concia lenta al vegetale, un processo sostenibile e naturale basato sull’utilizzo di tannini estratti da legno di castagno, mimosa e quebracho. Un metodo antico che garantisce un cuoio resistente, durevole e al 100% biodegradabile, perfetto per il mercato del lusso consapevole.

Per un nuovo Rinascimento dell’artigianalità deluxe dove bellezza, innovazione e sostenibilità camminano insieme.