Brutal Zen

Okinawa Prefectural & Art Museum / Niki & Ishimoto Architects / Completed 2007 / Photography by @brutal_zen. Artwork Lorenzo Ruffa

Paul Tulett (@brutal_zen), fotografo di architettura brutalista basato ad Okinawa, in Giappone, ci racconta i suoi metodi di fotografia e la sua collaborazione con Lorenzo Ruffa (@lorenzo_ruffa), direttore di Tech Art Shoes.

Quali sono i soggetti che vengono riportati nelle sue fotografie?
Il soggetto principale è il brutalismo. Gli edifici brutalisti, quasi esclusivamente quelli situati in Giappone, sono l’unico e principale soggetto delle mie foto. Nel futuro vorrei ampliare il mio repertorio includendo altri paesi dell’est asiatico, come la Corea del Sud e Taiwan. Quindi, sì, mi concentro sull’architettura brutalista, ma il soggetto non si ferma a questo e può ampliarsi. Infatti, penso che le mie foto trattino spesso della necessità di conservazione. Il tema si basa, quindi, su un brutalismo che è piacevole da un punto di vista estetico, anche se non tutti concordano sul fatto che sia visivamente attraente e infatti mi capita a volte di ricevere dei commenti discordanti.

Quali sono le tecniche che applica per modificare le sue fotografie?
Per quanto riguarda il processo della modifica delle immagini, il mio scopo è quello di attribuirle un aspetto un po’ fantascientifico e ultraterreno senza esagerare. Le mie modifiche dovrebbero rendere le foto un po’ più incisive, ma spero che non si noti nulla di eccessivo. Gli edifici sono così belli che non c’è bisogno di fare troppe modifiche. A volte diminuisco la luminosità e raddrizzo le linee. Mi piace molto modificare le mie foto, soprattutto perché è un processo che fa scaturire nuove idee.

Utilizza fotocamere tradizionali o gli smartphone, o addirittura una combinazione di entrambi?
Ho usato prevalentemente fotocamere Ricoh, più che altro perché hanno un obiettivo fantastico. Molto spesso combino il digitale con l’analogico. Infatti, aggiungo spesso una lente vintage ad una telecamera digitale. Ho iniziato a fotografare con la pellicola positiva di una Voigtlander, che è una fotocamera a telemetro. Adoro anche quella. Quindi, le fotografie che ho fatto utilizzando fotocamere di un tempo hanno formato il mio modo di fotografare con la macchina digitale. Quindi, penso che ci sia un po’ di sovrapposizione negli strumenti che utilizzo.

Mi può parlare della sua collaborazione con Lorenzo Ruffa, direttore di Tech Art Shoes? Visto che lei si occupa principalmente di fotografia di architettura, com’è stata la sua esperienza nel settore della moda?
Mi ha fatto molto piacere, penso che la maggior parte della mia motivazione per pubblicare più foto derivi dal desiderio di far conoscere il brutalismo come un’arte fraintesa. La gente si arrabbia molto quando vede edifici in questo stile, ma la situazione sta cambiando. Per quanto riguarda la collaborazione, mi ha fatto molto piacere lavorare con qualcuno con una visione del design così interessante. Il fatto che qualcuno abbia preso le mie fotografie e che le abbia applicate ad una scarpa mi è sembrato incredibile. Molte persone hanno risposto positivamente al progetto. L’aspetto migliore è quello che c’è una generazione più giovane che apprezza l’aspetto dell’architettura brutalista. È un fenomeno che va avanti da un bel po’ di tempo e che adesso sembra sia in costante crescita. Mi fa piacere pensare che ci siano cose belle in giro, che alcuni potrebbero paragonare a ciò che vedono sul mio feed di Instagram.

Pensa di lavorare di nuovo nel settore della moda nel futuro, in una maniera simile a come ha lavorato con Lorenzo Ruffa? È qualcosa che potrebbe essere interessato a rifare?
Sì, se dovesse funzionare sì. Sarebbe fantastico. Ho risposto immediatamente all’idea di Lorenzo, perché mi è parsa molto interessante. Penso che gli edifici fatti di cemento e il design delle scarpe abbiano un legame inaspettato, che alcune persone non lo accetterebbero. Il brutalismo ha iniziato a piacermi perché alcune persone lo detestavano. Ho iniziato ad apprezzarlo come forma d’arte quando iniziai a riflettere sugli edifici che vedevo e le domande che mi venivano in mente. Penso che ci siano molte sovrapposizioni tra il design delle scarpe e il brutalismo, un esempio perfetto del quale sono le sneakers.

Brutal Zen - Ultima modifica: 2023-06-12T09:34:37+02:00 da Carlotta Busetto

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here