Il curioso caso delle AF1 ‘Dirty Triple White’

Nike ha voluto reinventare per l’ennesima volta le Air Force 1 con la versione ‘Dirty Triple White’, una scarpe che più si utilizza e più si pulisce.

Dal 1982, le Nike Air Force 1 non sono solo sneakers: sono un simbolo culturale. Dalla street culture al parquet dell’NBA, fino ai marciapiedi delle città di tutto il mondo, le AF1 bianche sono diventate una tela bianca che racconta storie.

Le vedi ai piedi di tutti: vissute, segnate o consumate. Ogni graffio parla del tempo passato a viverle.

Un viaggio al contrario con le AF1 ‘Dirty Triple White’

Nike reimmagina questo mito con le nuove Air Force 1 Low ‘Dirty Triple White’, una sneaker che sovverte le regole: più le indossi, più diventano pulite.

Non è la prima volta che un brand propone la vendita di un paio di scarpe dall’effetto vissuto. Il fattore distintivo in questo caso è proprio la tecnologia che permette alle scarpe di “ringiovanire” con l’utilizzo.

Grazie a una speciale texture scratch-away, lo strato “sporco” superficiale, infatti, si consuma con l’uso, rivelando un’estetica più fresca e immacolata. È una narrazione visiva al contrario, un viaggio nel tempo che parte dal presente vissuto per arrivare al passato intatto.

Dettagli come la soletta interna con un’illustrazione di impronta digitale celebrano i segni che lasci nel tuo cammino. E i lacci? Oltre ai classici bianchi, trovi una versione UV-reactive che cambia col sole, aggiungendo un ulteriore strato di personalizzazione.

Una scelta, quella dell’azienda statunitense, che fa riflettere sul fascino della scarpa sporca e vissuta e di come si possa rendere questo aspetto un segno distintivo di stile.

Il curioso caso delle AF1 ‘Dirty Triple White’ - Ultima modifica: 2025-05-10T10:00:00+02:00 da Gian Luca Pellone

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