Quando una lamina in acciaio incontra un chip e insieme fanno innovazione, ne nasce un caso che merita attenzione

C’è entusiasmo alla Marcom Import Export (PT), quando parlano del loro progetto di innovazione delle lamine in acciaio.

«Siamo in grado di dotare la nostra lamina di un chip passivo – dice Marco Marucci, titolare della Marcom I.E. – che può ricevere e inviare informazioni. Il chip dispone di un codice non modificabile, che costituisce un sistema attraverso il quale la lamina diventa identificabile in qualsiasi momento. Genera una specie di carta di identità che accompagnerà la calzatura, consentendo di abbinare un codice di identità univoco, conosciuto e non modificabile a un altro creato dal fabbricante della scarpa per un uso di rintracciabilità e di anticontraffazione».

Il progetto di lamina con microchip

Il progetto vuole essere un modo per stare a fianco di produttori e distributori di calzature in un mercato che necessita di un’informazione corretta e puntuale lungo tutta la catena, dalla produzione al consumatore.

Dal punto di vista tecnico, è stato valutato che associare il chip alla lamina poteva essere il modo più giusto per offrire un prodotto sicuro e capace di durare nel tempo, grazie proprio alla specifica collocazione della lamina all’interno della calzatura.

La lamina viene dotata di un chip che costituisce il cuore di un sistema di rintracciabilità delle calzature

La lamina, infatti, è un componente in acciaio con la funzione di costituire lo scheletro metallico del sottopiede e ha lo scopo di assicurare rigidità e sostegno alla curvatura del sottopiede stesso in corrispondenza dell’arco plantare. È un componente povero e poco conosciuto al di fuori degli addetti ai lavori proprio perché, all’interno del sottopiede di montaggio, diventa invisibile sulla calzatura.
Condizioni che, in questo caso, si trasformano in elementi di vantaggio: consentono infatti un’opportuna tutela della privacy e assicurano la durata e il funzionamento della tecnologia applicata.

Dopo l’inserimento del chip, la lamina mantiene le stesse caratteristiche di applicabilità al sottopiede e di uso funzione nella calzatura. L’innovazione sta nel fatto che il microchip – una volta applicato al sottopiede di montaggio – potrà essere scritto inserendo specifici dati di identificazione della lamina e del sottopiede, a cui saranno poi aggiunti quelli della calzatura. Oltre a ulteriori informazioni che si riterrà di voler comunicare.

La rivoluzione è questa: qualsiasi cliente in qualsiasi parte del mondo potrà verificare, attraverso la lettura del chip, se quel determinato paio di scarpe sia l’originale o una copia contraffatta. Esisterà solo una combinazione tra il codice di identità e il codice creato e scritto nel chip.

Il soletto passa attraverso un campo magnetico, dove il chip viene letto e scritto

La tecnologia

Il microchip è un circuito integrato applicato a un oggetto ed è basato su una tecnologia passiva RFID (Radio-Frequency Identification), per l’identificazione e/o memorizzazione dati automatica di oggetti. Sfrutta la capacità di memorizzare dati di particolari etichette elettroniche, chiamate TAG o “transponder”, e la loro capacità di rispondere all’interrogazione a distanza da parte di appositi apparati fissi o portatili, chiamati “reader” o lettori.

Questa identificazione avviene mediante radiofrequenza, grazie alla quale un lettore è in grado di comunicare e/o aggiornare informazioni contenute nei TAG che sta interrogando. Infatti, nonostante il suo nome, un lettore o “reader” non è solo in grado di leggere ma anche di scrivere informazioni. In un certo senso, i dispositivi RFID possono essere assimilabili a sistemi di lettura e/o scrittura senza fili con svariate applicazioni. Diversi sono gli standard per consentire lo scambio di informazioni che ne permettono l’uso praticamente in tutto il mondo.

Il TAG identifica una parola chiave o un termine associato a un’informazione, un’immagine, una mappa che descrive l’oggetto, rendendo possibile l[box title=”Sensualità” style=”glass” box_color=”#226ea8″]Andra[/box]a classificazione e la ricerca di informazioni basata su parole chiave.

Anche la scarpa passa attraverso un campo magnetico, dove il chip viene letto e scritto

La tracciabilità delle calzature

I sistemi di tracciabilità delle calzature mediante tecnologie RFID e TAG consentono di verificare, attraverso informazioni rese disponibili, tutta una serie di situazioni riferibili al prodotto che possono riguardare:

  • l’origine e il “Made in…”;
  • le fasi e i luoghi di lavorazione;
  • gli standard di qualità;
  • la sicurezza chimica;
  • la veridicità del marchio;
  • l’ecosostenibilità;
  • altre comunicazioni.

Così via, fino ad arrivare a una vera e propria carta d’identità della scarpa che permetta di conoscerne le caratteristiche e ripercorrere momento per momento il suo ciclo di vita, certificandone l’origine e il valore.

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Il soletto, una volta montato nella scarpa, continua a rimanere abilitato alla trasmissione e ricezione di dati
I vantaggi del progetto Marcom: anticontraffazione ed ecosostenibilità

Anticontraffazione ed ecosostenibilità sono solo parole, se non si accompagnano a un valido sistema di rintracciabilità. Ne è convinto Marco Marucci, che è partito proprio da questa considerazione per ideare e presentare la sua ultima iniziativa.

La Contraffazione 

Il mercato del falso e la contraffazione interessano in modo particolare le aziende del Lusso, che hanno fatto dell’esclusività delle loro creazioni uno dei principali driver di vendita. La qualità dei materiali, il design, lo stile e l’accuratezza delle lavorazioni contribuiscono a creare calzature uniche e ricercate in tutto il mondo: una condizione di eccellenza che deve essere protetta nell’interesse del marchio e del consumatore.

Tutto è copiabile e il fenomeno della contraffazione è difficile da contrastare, perché frutto di un’Industria del falso di livello internazionale che opera come una vera e propria Industria parallela. Per le aziende dell’Alta Moda diventa sempre più importante avere un sistema certo per verificare e garantire l’originalità del proprio prodotto; oltretutto in un contesto in cui la diffusione di tante piattaforme di e-commerce sta rendendo sempre più difficile e complicato verificare l’originalità dei prodotti.

Con il progetto Marcom, il consumatore in qualsiasi parte del mondo, grazie alle tecnologie, possa verificare l’originalità del prodotto sottoponendo la scarpa a un semplice test, magari presso il negozio della griffe stessa.

In questo modo la griffe che deciderà di mettere a disposizione punti di verifica predisposti in negozi opportunamente pubblicizzati potrà averne un ritorno in termini di marketing, di fidelizzazione del consumatore e di comunicazione della propria trasparenza.

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La scarpa diventa “parlante”. Qualsiasi cliente ovunque nel mondo può verificare i dettagli di produzione e, soprattutto, che il prodotto non sia contraffatto

L’ecosostenibilità

L’attenzione all’ambiente e alla persona è un trend in continua crescita, che coinvolge un numero sempre maggiore di consumatori. Le aziende fanno del loro meglio per assicurare prodotti sostenibili e lo sforzo comune porta alla nascita di nuove abitudini di comportamento.

Allo stesso tempo, l’accelerazione verso la sostenibilità ambientale del prodotto comporta il cosiddetto fenomeno del “greenwashing”: ossia una strategia di comunicazione che mira a costruire un’immagine eco-friendly ingannevole. Diventa sempre più chiaro che la sostenibilità non può interessare soltanto la scarpa finita, ma deve coinvolge tutta la filiera: dalla produzione alla distribuzione e allo smaltimento del prodotto, fino al raggiungimento del suo fine vita.

Tutto questo risulta difficile se non impossibile da gestire, senza un sistema che identifichi e riconosca in modo certo i prodotti e ne assicuri un’adeguata rintracciabilità lungo tutta la filiera.

Marcom: una lamina con un chip per rintracciabilità e anticontraffazione - Ultima modifica: 2020-02-15T07:21:35+01:00 da Daniele Del Grande

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